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Tempo Libero

5 cose da sapere quando il bambino va al nido



… e invece da adesso fino alla fine dell’anno si verificheranno alcune situazioni a cui non tutte le mamme sembrano essere preparate e che è bene mettere in conto quando il bambino va al nido.
 

  1. I bambini che frequentano il nido si ammalano spesso.
    Anche bimbi che non hanno mai avuto un solo colpo di tosse nella loro vita, quando iniziano a frequentare il nido iniziano ad ammalarsi e il primo raffreddore, la prima febbre, le prime infezioni giungono, generalmente, con l’arrivo dei primi freddi. È bene saperlo ed è bene sapere anche che, normalmente, dopo il primo anno la situazione migliora e i giorni di assenza diminuiscono man mano che il bambino cresce.
     
  2. Le crisi di pianto possono arrivare anche a scoppio ritardato.
    Per la maggior parte dei bambini, le prime settimane di inserimento sono le peggiori, quelle in cui più a fatica si staccano dalla mamma. In generale, dopo i primi tempi, semplicemente il bimbo si abitua alle sue nuove giornate e il distacco dalla mamma è meno traumatico. Può capitare, però, che lacrime e pianti arrivino a scoppio ritardato, anche alcuni mesi dopo l’inserimento che, magari, non ha dato alcun problema. Succede quando il bimbo prende consapevolezza della sua nuova vita e percepisce la frequentazione del nido come una condizione stabile e non temporanea.
     
  3. Il bambino rifiuta le pappe che aveva sempre mangiato.
    Molti bimbi entrano al nido prima ancora di essere passati a un’alimentazione solida, in quella fase di transizione dello svezzamento fatto di pappe e brodini. Per alcuni di questi bambini l’osservazione dei compagni più grandi al momento del pasto rappresenta un acceleratore comportamentale che li spinge velocemente ad abbandonare questo tipo di alimentazione a favore di quella seguita dai “grandi”. Il rifiuto delle pappine è spesso dovuto a questo e il consiglio generale è quello di assecondare, con le dovute precauzione e rispettando la tabella di inserimento degli alimenti, questa tendenza.
     
  4. Il bambino appare più aggressivo e manesco.
    Angioletti al loro ingresso al nido, alcuni bambini si trasformano nel giro di pochi mesi assumendo comportamenti aggressivi e maneschi che mai si sarebbe pensato potessero avere. La “colpa” è in parte da attribuire alla frequentazione del nido, in parte ai cambiamenti emotivi che inevitabilmente la crescita comporta. Indubbiamente, il fattore imitazione gioca in questo processo un ruolo chiave. Così come la necessità di rapportarsi continuamente con altri bambini perdendo il ruolo di piccolo principe/principessa avuto tra le mura domestiche fino a quel momento. In altre parole, rabbia e violenza non sono altro che strumenti che il bimbo prova a utilizzare nel suo tentativo di trovare un suo posto nel mondo.
     
  5. Improvvisi risvegli notturni
    Per un bambino cresciuto in casa con mamma e papà, la frequentazione del nido rappresenta indubbiamente un forte cambiamento a cui deve abituarsi piano piano e dentro cui deve imparare a trovare i suoi spazi. Se alcuni bimbi manifestano il loro disagio piangendo al momento del distacco, altri, spesso quelli che appaiono più tranquilli e sereni, manifestano la loro paura di fronte alla situazione nuova, in modo diverso, meno evidente. I pianti improvvisi notturni, i risvegli, la richiesta di andare nel lettone con mamma e papà non sono infrequenti durante i primi mesi di nido e vanno letti semplicemente come un naturale processo di accettazione da parte del bambino di qualcosa che, fino a quel momento, non ha fatto parte della sua vita.

Il bambino frequenta il nido ormai da qualche settimane. I giorni dell’inserimento sono alle spalle e tutto sembra rientrato in una sorta di routine quotidiana. E invece….