Genitori: Coccole e Regole

Genitori: uno coccola e concede, l'altro è severo e pieno di regole.
Come comportarsi con i propri piccoli?
Uno dei primi problemi evidenti in una coppia che ha appena messo al mondo un bambino è quello di avere spesso opinioni e atteggiamenti diversi di fronte alle diverse situazioni quotidiane. Uno va in ansia perché il bambino non mangia, l’altro lascia libertà assoluta e concede pasticci fuori pasto. Uno concede il lettone, l’altro si oppone e vuole usare le maniere dure per costringere il piccolo nel suo lettino e nella sua stanza. Uno non sa mai dire di no e l’altro va spesso in trattativa col bambino. Uno è facile a dire di si ad ogni desiderio di acquisto e l’altro sostiene che ci deve essere un’occasione speciale… Potremmo andare avanti per pagine e pagine. Chi ha ragione? Chi ha torto? E di tutto ciò come reagirà il piccolo?
Tutta colpa e merito delle emozioni del bambino.
L’emotività è in opposizione alla razionalità. Come facilmente si intuisce, un bambino tanto più è piccolo e tanto più orienta i suoi comportamenti sotto la spinta delle emozioni. Su questa solida certezza chi si occupa di accudirlo dovrebbe relazionarsi con lui, tenendo sempre bene a mente che i nostri ragionamenti non possono essere compresi da chi vive di sola emotività. Quindi, il primo accordo che dovrebbe scattare tra i due genitori è la comprensione delle emozioni che attraversano il piccolo, e agire di conseguenza. Ciò consentirà al piccolo di ottenere, di rimando ai suoi comportamenti derivati dall’impulso emotivo, una reazione da parte dei genitori “univoca”: sì, perché se si tratta di emozioni le reazioni da intraprendere sono poche ma chiare e con poche possibilità di errore. Ciò che non è facile è capire a quale emozione il bambino sta rispondendo nel comportarsi in un determinato modo. Ma per questo non c’è nessun libro che ci possa insegnare a decifrare. Esiste l’amore materno e paterno e tanta buona volontà di conoscersi, apprezzarsi e rassicurarsi a vicenda. Ma se non esiste questo punto di partenza, è facile capire come i due genitori spesso si trovino in disaccordo di reazione, proprio perché fanno leva sui loro personali ragionamenti per risolvere i problemi che si trovano ad affrontare quotidianamente. A questo si aggiunge il fatto che generalmente uno dei due passa più tempo col piccolo, e in qualche modo matura la convinzione di “saperne più dell’altro”. Il che può essere anche vero. Ma la cosa più errata che si possa commettere è quella di dare sempre un’immagine di sé controversa e in conflitto. Niente di più destabilizzante per un bambino che ha come missione quella di capire quali sono i suoi limiti, sia fisici che emotivi. Il consiglio che molti educatori e pedagogisti offrono è quello di non mostrare mai il dissenso tra coniugi ma, anzi, trarre spunto dal sorgere di pareri contrapposti per confrontarsi e quindi sviscerare le motivazioni che hanno provocato il problema con i propri bambini. Se ad esempio un bambino ha un atteggiamento aggressivo, nei confronti di qualcosa che gli viene chiesto, spesso uno dei due è accomodante (evitante) e l’altro invece prende di petto la situazione opponendo altrettanta aggressività nel tentativo di domare il piccolo. In un caso del genere, invece, i due genitori dovrebbero consultarsi per arrivare insieme a capire quale stato d’animo (emozione) induce il bambino all’aggressività. E’ paura? E’ stanchezza? E’ gelosia? E’ desiderio di attirare la nostra attenzione? E’ disappunto perché siete mancati per troppo tempo? Tutte queste, e altre, emozioni negative, possono provocare atteggiamenti aggressivi: quelli che comunemente tutti chiamano capricci. Di fatto, i capricci non esistono. Esistono richieste che non sanno essere espresse con il linguaggio dell’intelletto ma che vengono esplicitate attraverso la ribellione e la punizione verso gli adulti che il bambino ritiene “mancanti” di comprensione del suo bisogno. E’ il loro modo di urlare “accorgetevi di me”. E non è sufficiente, spesso, sostenere che il bambino è fonte di tutte le nostre attenzioni: se ha un atteggiamento emotivamente aggressivo, avrà sicuramente una ragione e un motivo che non lo fa stare bene e che lo fa sentire incompreso. In questi casi, i genitori dovrebbero, non in presenza del bimbo, consultarsi e con molta calma arrivare ad una conclusione, dopodiché decidere il comportamento da assumere. In ogni caso, sbagliando si impara e se non avrete azzeccato subito, basta mettersi in ascolto dei propri bambini e del proprio coniuge (che deve essere un compagno di avventura e non un nemico da vincere) e pian piano si impara a conoscersi.