Il valore di credere in Babbo Natale: è ancora valido?

Bruno Bettelheim, un grande psicanalista dell’infanzia, scrisse che i personaggi immaginari, gli eroi, le fate e i folletti consentono ai bambini di risolvere i loro conflitti interiori, superando così le loro piccole angosce. Ciò costituisce lo sviluppo sano del loro processo di integrazione sociale e il formarsi di una coscienza emotiva.
Babbo Natale è quindi fondamentale nella prima coscienza di un bambino: perché è quell’essere positivo e benevolo che in un particolare momento dell’anno distribuisce gioia, felicità e appagamento dei desideri. E’ l’icona dell’uguaglianza che arriva per tutti.
Per affrontare le domande che tutti i genitori si pongono, ecco qualche consiglio da mettere in pratica:
- Non temete di essere scoperti nel raccontare “una bugia”: del resto, quando leggete loro una favola, o guardate insieme uno dei cartoni animati preferiti, non vi ponete la domanda se è giusto o no credere nelle fate, nei folletti e negli orchi. Per non parlare delle sorprese nell’uovo o dei topini che lasciano monete sotto al cuscino in cambio dei dentini caduti.
- Finché il bambino sta al gioco, stateci anche voi.
- Se durante le feste il bambino chiede: come mai a spasso per la città ci sono centinaia di Babbo Natale davanti ai negozi? Rispondete che si tratta di uomini “ travestiti” da Babbo Natale e che quello vero è uno solo e arriva la notte del 24 dicembre.
- Finché il bambino ci crede, non mettete sotto l’albero, in bella mostra, i regali che riceverà a lui destinati. Tenete saldo il segreto, come se ci credeste anche voi e soprattutto chiedete la complicità di fratelli e sorelle maggiori, parenti e amici.
- Se dovesse succedere che a un adulto scappi l’inesistenza di Babbo Natale e per questo vedete il bambino sconsolato e deluso per essere stato preso in giro, consolatelo dicendo che purtroppo alcuni adulti non ci credono, ma che questo non significa nulla.
- Arriverà il momento in cui le domande si faranno pressanti e piene di dubbi, (perché sospetta o perché ha già capito tutto!) e questo accade generalmente con l’inizio delle elementari: a quel punto, confermate che ha ragione, che era tutto un meraviglioso gioco e che è stato bello crederci perché anche voi ci avevate creduto da piccoli. Meglio passare per “fantasiosi” che non far passare lui/lei da stupido con i compagni.
- Se vi trovate invece di fronte a una ostinata fede e vi rendete conto che a scuola lo prendono in giro per questo, aiutatelo a dipanare la matassa e a fare una semplice domanda “tu cosa ne pensi?” “pensi davvero che si possa volare?” “pensi davvero che le renne possano viaggiare in cielo dal Polo Nord fino a noi?”
- Se vi rendete conto che la magia lo ha lasciato delusi, cercate la sua complicità nell’i mbastire la storia per “un altro bambino”, o magari per il fratello o la sorella più piccoli.
- Anche se la “magia” di Babbo Natale è finita, non smettete di preparare l’albero e di rispettare il rito, perché è importante far capire al bambino che oltre il mito resiste il rito.
- Finora nessun caso di stress psicologico da esistenza/inesistenza di Babbo Natale si è registrata: anche voi e i vostri bambini siete al sicuro.