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Tempo Libero

In spiaggia col bebè. Cosa fare, come comportarsi



Per i bambini più piccoli mare significa, soprattutto, scoperta. Per loro anche solo il contatto dei piedini sulla sabbia, a volte fresca, a volte bollente, a volte liscia, a volte granulosa, è un motivo di felicità. 
Per intrattenerli sulla spiaggia, quindi, non occorre chissà che cosa. È sufficiente sfruttare al meglio quello che la natura mette a disposizione, stimolando in modo “naturale” i cinque sensi. 
Ci sono, però, modalità differenti di approccio alla spiaggia a seconda dell’età del bimbo, dal momento che anche pochi mesi di differenza, prima dei due anni, possono necessitare di comportamenti diversi. 

BAMBINI APPENA NATI Il sole rappresenta un problema per la pelle delicata dei bimbi appena venuti al mondo. Sotto ai tre mesi, quindi, il contatto diretto con i raggi del sole andrebbe evitato completamente, soprattutto nei caldi mesi estivi. Il mare, però, e il sole stesso possono rappresentare una risorsa di salute se ben sfruttati: portate, quindi, il bambino in spiaggia tra le 7.00 e le 9.00 del mattino e tra le 6.00 e le 8.00 di sera. Preferite, invece, il lungomare, una terrazza all’ombra o una pineta/giardino nelle altre ore, evitando completamente di stare sotto i raggi del sole nelle ore più calde. 

DOPO I TRE MESI Man mano che il bambino cresce, è possibile aumentare le ore di permanenza in spiaggia, cercando comunque sempre di evitare le ore più calde della giornata. 
Se la temperatura dell’acqua ed esterna lo consentono, è inoltre possibile bagnare il bambino avendo cura, però, quando lo tirate fuori dall’acqua, di asciugargli bene le orecchie e di proteggerlo con una crema solare durante il bagnetto. 

DAL GATTONAMENTO AI PRIMI PASSI 
Dai sei/sette mesi in su il bebè è pronto per scoprire il mondo. Il piccolo allarga il suo orizzonte visivo e scopre cosa c’è oltre mamma e papà. È questo il momento giusto per guidarlo alla scoperta della sabbia, dell’acqua, di sensazioni quali caldo/freddo, bagnato, asciutto. 
Non servono giocattoli. È sufficiente accompagnarlo mentre si apre al mondo, nominandogli le cose che tocca e vede e mostrandogli quello che lo circonda. 
Naturalmente, via libera al bagnetto in acqua, sempre con le solite precauzioni (asciugare bene le orecchie dopo il bagno e crema solare anche durante la permanenza in acqua). Un bel modo per rilassare il piccolo e farlo divertire consiste nel trascinarselo su e giù lungo la riva con un piccolo canotto. 
Al bambino piacerà tantissimo, vedrà il mare da una prospettiva differente e avrà un contatto diretto con l’acqua senza il rischio di prendere troppo freddo. Attenzione alle scottature. Ungete bene il piccino su tutto il corpo. 

DOPO L’ANNO 
Dopo i 12 mesi la spiaggia diventa per il bambino un luogo magico che offre mille possibilità di gioco e scoperta. 
A quest’età è già possibile coinvolgere il piccolo in attività strutturate e nei tipici giochi con la sabbia: costruire e distruggere torri e castelli, giocare con le formine, la paletta e il rastrello… 
Un’altra attività divertente è la raccolta di sassolini da conservare nel secchiello o in un sacchetto. 
Oppure, seduti sul bagnasciuga, realizzare piccoli disegni sulla sabbia bagnati che poi il mare cancella. 
Fuggire dall’onda che arriva, cercando di evitare di bagnarsi i piedini, è un gioco che piace a un anno come a 10. 
Ci sono, poi, tutti i giochi con la palla, che dall’anno in su si possono cominciare a proporre ai bambini. 
E i giochi in acqua (girotondo, sostenere il bimbo mentre “rincorre” un animaletto di gomma che si sposta nell’acqua, immersioni – queste ultime rivolte ai piccoli che hanno frequentato un corso di acquaticità…). 
Anche i travasi con la sabbia sono un modo costruttivo e divertente di intrattenere i bambini sulla spiaggia. È sufficiente che vi procuriate due secchielli. O anche due bottiglie e un imbuto….

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